Feb 072011
Comunicare è importante, comunicare bene è fondamentale
“Comunicare è importante, comunicare bene è fondamentale”, questo l’argomento trattato nella riunione di didattica prevista a fine gennaio. I contenuti qualitativi di ciò che si comunica, e le modalità di comunicazione sono ancor più importanti che la relativa quantità. La comunicazione verbale, sia parlata che scritta, è il canale privilegiato della socializzazione e per i nostri bambini che, in punta di piedi, cominciano ad affacciarsi alla “finestra del mondo”, è uno strumento fondamentale per poter esprimere i propri bisogni e le proprie emozioni. Le attività che abbiamo pensato di approfondire, come la lettura di storie, la drammatizzazione e l’interpretazione di queste, il disegno e la pittura, lasciano ampio spazio all’arricchimento del linguaggio, all’immaginazione, all’espressività e all’emotività, tutte componenti essenziali della comunicazione verbale e non. L’evidenza della grande importanza che la comunicazione ha nello sviluppo dell’attività relazionale e cognitiva dei bambini è stata mostrata, durante la riunione, attraverso un apposito videoclip che riporta, senza filtri, un momento di interessata aggregazione intorno ad una bimba che leggeva e interpretava le immagini di un libro. Particolare rilievo assume anche la comunicazione all’interno della relazione educatrice-bambino. Il bambino, perché possa costruire una relazione stabile e di fiducia con l’educatrice, ha bisogno di ricevere segnali comunicativi chiari, coerenti e rassicuranti da parte di quest’ultima. Ogni tipologia di comportamento che il bambino mette in atto per ricevere delle attenzioni, sia al distacco dal genitore sia in altri momenti della giornata, deve corrispondere ad una adeguata risposta univoca ed empatica dell’educatrice. Il tono della voce, lo sguardo, la gestualità, sono strumenti privilegiati che accompagnano la comunicazione verbale e che contribuiscono in modo determinante ad assicurare serenità e conforto ai nostri bimbi. Non meno importante è sottolineare che in questa fase di crescita, i bambini costruiscono le prime relazioni affettive, quindi, i modelli relazionali che noi adulti mettiamo in atto per rapportarci a loro, verranno presi da esempio dai bimbi stessi per relazionarsi con gli altri. Durante l’incontro è stato proposto il libro “i no che aiutano a crescere”, il saggio della psicoterapeuta inglese Asha Phillips che fa un’analisi del rapporto genitori-figli ponendo l’accento sull’importanza che a volte ha il dire no ai propri bimbi, il porre loro dei limiti, il distinguere il desiderio dal bisogno per far sì che non crescano in balia sempre di bisogni estremi. I bambini devono fare esperienza anche del vuoto, del nulla, per colmare quel vuoto con l’immaginazione e perché crescendo imparino a superare anche i “no” a cui la vita ci rimanda. Le Educatrici della sezione dei Grandi. Lucia Flena e Monica Civello
Antonella